Cosa sono e a che servono gli impianti dentali?

Cosa sono gli impianti

Cosa sono gli impianti?
Gli impianti dentari rappresentano la piu’ innovativa e affidabile tecnica per la sostituzione dei denti mancanti.
Servono  appunto a rimpiazzare i denti mancanti senza appoggiarsi ai denti vicini.
Sono delle vere e proprie viti in titanio , che con un piccolo e indolore intervento, fatto con la normale anestesia del dentista, vengono inseriti dentro l’osso e vanno a rimpiazzare le radici dei denti mancanti.Poi, sopra a queste radici artificiali possono essere applicati vari dispositivi che servono a sorreggere delle corone o capsule ( denti fini in porcellana) oppure attacchi a bottone che servono a stabilizzare dentiere mobili in modo da fissarle efficacemente e stabilmente.

Gli impianti rappresentano una procedura molto affidabile e duratura nel tempo che consente, nella maggior parte dei casi di non dovere toccare i denti vicini a quelli mancanti, ma di fare reggere da soli i denti rimpiazzati. La procedura e’ quella di un piccolo intervento di chirurgia orale che, in mani esperte, non comporta assolutamente dolori ne’ durante ne’, nella maggior parte dei casi, dopo l’intervento.
Una volta che le viti sono state inserite e si e’ aspettato un certo periodo variabile da caso a caso( ma circa 2-3 mesi) perche’ si abbia il loro attecchimento nell’osso, si puo’ procedere a sottoporle a carico masticatorio che risulta altamente confortevole ed efficiente paragonabile a quello di un dente naturale nella sua massima efficienza.I risultati estetici e la durata nel tempo di questa procedura sono eccellenti. Nella nostra casistica osserviamo un altissimo numero di pazienti soddisfatti di questa procedura.

Foto 1: L’impianto e’ stato gia’ posizionato in corrispondenza del dente mancante ed e’ giunto a maturazione

Foto 2: Particolare dei componenti protesici: si distingue la vitina di fissaggio del moncone, il moncone con il suo prolungamento esagonale che penetra dentro l’impianto e viene bloccato dalla vitina e la corona in metallo ceramica


Foto 3: Il moncone e’ stato avvitato dentro l’impianto ed e’ pronto ad alloggiare la corona


Foto 4: La corona e’ stata cementata sul moncone e il tessuto gengivale e’ giunto a completa maturazione- Il risultato estetico e funzionale e’ eccellente.

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Dott Alessandro Cappelli- Ascoli Piceno

 

Differenza tra un perno su impianto e un perno su moncone

Nella mia esperienza  una di queste situazioni riguarda la differenza tra la  ricostruzione di un dente tramite perni  fusi “ su misura ( perni moncone) e  i “perni” su impianti ( sovrastrutture).
Voglio qui dare il mio contributo per chiarire ai non addetti ai lavori  la differenza.

Il PERNO MONCONE e’ un perno metallico che viene costruito dall’odontotecnico dopo che il dentista , trovandosi di fronte ad un dente “ devitalizzato” molto distrutto deve ricostruirlo con una capsula o corona ( dente finto).
In pratica il dentista devitalizza un dente , poi ne svuota parzialmente il canale precedentemente chiuso, quindi prende uno “stampo” di questo canale che fornisce all’odontotecnico .
Questo sul modello in gesso costruisce un perno metallico “ su misura” per quel paziente e per quel dente che poi il dentista provvedera’ a cementare dentro il canale .
Ovviamente questo significa che e’ presente ancora la radice del dente , entro la quale viene messo il perno moncone.

Alla fine il perno e quello che resta del dente verranno ricoperti da una capsula.

https://i0.wp.com/www.dentisti-italia.it/user/casi_upload/228/260/1_perno.jpg     
Ecco un esempio di perno moncone con in sequenza la radiografia del dente devitalizzato, la parte visibile del dente prima e dopo l’inserimento del moncone, la radiografia finale e la corona applicata .

     

   
Il “PERNO SU IMPIANTO ” ( sovrastruttura) e’ invece sempre un perno metallico costruito dall’odontotecnico , che viene avvitato dal dentista sopra all’impianto che e’ stato inserito in precedenza. Su questo perno avvitato viene poi cementata la corona . Quindi in questo caso non esiste piu’ un dente e la sua radice , che sono stati rimpiazzati da una radice artificiale ( impianto) avvitata nell’osso. Nella sequenza successiva vedrete la radiografia di un impianto con inserito dentro il perno, lo stesso perno in bocca, e la corona che e’ stata applicata al di sopra.

     
Per chiarire ulteriormente la differenza ecco accoppiate le due situazioni nello stesso caso: un impianto con il suo perno, affiancato da un dente con la sua radice ed il suo perno moncone e la protesi finale .

Cosa è un intarsio?

Quando un dente e’ stato molto distrutto da un processo carioso, al punto che e’ difficile procedere alla sua ricostruzione con metodi tradizionali ( vedi articolo COME SI CURA UN DENTE) esiste la possibilita’ di procedere alla ricostruzione con metodi indiretti., in particolare con un INTARSIO.

Detto in modo sintetico:
Quando un dente ha una piccola carie puo’ essere conveniente procedere alla sua ricostruzione direttamente nella bocca con la tecnica tradizionale .
Ecco in foto un esempio di ricostruzione tradizionale DIRETTA,in cui le pareti residue del dente fungono da guida per la ricostruzione della parte mancante che risulta molto vicina a quella originale come morfologia.

Quando invece la parte mancante del dente e’ molto ampia, fermo restando che la ricostruzione diretta e’ quasi sempre possibile, non si hanno sufficienti parti residue del dente che fungano da guida e quindi e’ preferibile una tecnica INDIRETTA in cui il “pezzo” mancante viene costruito fuori dalla bocca e poi applicato e “legato” alla parte mancante.
L’INTARSIO che vedremo e’ appunto una tecnica Indiretta di ricostruzione del dente .
Vediamo allora un caso :

La freccia indica la zona scura che corrisponde alla ampia cavita’ cariosa.


Ecco cosa resta del dente dopo la pulizia e asportazione della parte cariata: una ampia cavita’ che coinvolge molte delle pareti del dente. Il fondo della carie e’ stato coperto da materiale da ricostruzione e le pareti sono state adeguatamente sagomate.


Ecco un particolare della impronta ( stampo) della cavita’ risultante che viene presa con materiali di altissima precisione e che viene consegnata all’odontotecnico.
Questo colera’ del gesso dentro l’impronta fino ad avere la replica fedele della situazione della bocca e della cavita’ e quindi costruira’ in laboratorio il pezzo mancante.


Ecco il pezzo mancante ricostruito in ceramica dall’odontotecnico , appunto chiamato INTARSIO.


La cavita’ viene isolata perfettamente dalla saliva con una foglio di gomma chiamata DIGA che funge appunto da barriera alla saliva, quindi viene mordenzata( applicazione di un debole acido che viene poi risciacquato) e poi viene applicato uno speciale adesivo( per i dettagli vedi articolo COME SI CURA UN DENTE).


Infine l’intarsio viene appoggiato e provato per vedere il suo perfetto combaciamento con la cavita’.


Ed alla fine viene cementato con una apposita resina che andra’ a legarsi alla superfice del dente per il tramite dell’adesivo che vi era stato applicato.


ED ecco allora il risultato prima e dopo l’applicazione dell’intarsio.
La forma originale del dente e’ stata esattamente riprodotta e il dente torna ad svolgere la sua funzione in maniera adeguata.

Cos’è una Corona o Capsula?

Quando un dente e’ molto distrutto da un processo carioso, cioe’ da un processo di distruzione progressiva operata da batteri e la parte rimasta del dente e’ molto compromessa nella sua estetica o nella sua resistenza al carico masticatorio, si puo’ provvedere a ricostruire il dente con una CORONA ( o Capsula).

Per capire di cosa si tratta vediamo questo caso di un giovane paziente il cui incisivo si era fratturato per un incidente.

Per prima cosa il dente deve essere sottoposto ad un processo di monconizzazione, cioe’ deve essere ridotto ad un moncone con un processo di LIMATURA con frese che in pratica lo “sguscia” della sua parte esterna per un certo spessore prefissato, dando al moncone una forma che sia adeguata per sostenere la successiva corona e per assicurarne la stabilita’ nel tempo e la ritenzione.

Nella foto vediamo il dente che e’ stato gia’ limato.

Ed ecco un particolare del dente monconizzato:

Quindi viene presa dal DENTISTA l’impronta del moncone e delle arcate con materiali d precisione e questa imporonta viene consegnata all’ODONTOTECNICO, un artigiano specializzato che deve costruire la corona secondo le indicazioni del dentista .

Ecco un particolare del manufatto protesico , eseguito con ceramica integrale , altamente estetica, senza metallo.

La capsula viene quindi provata per verificarne esattezza dei margini e la precisa chiusura, oltre che la corrispondenza con il colore e la forma dei denti adiacenti.

Quindi viene fissata in maniera permanente con appositi cementi leganti al moncone.

Ed ecco il risultato finale :

Ecco infine il confronto tra prima e dopo :

Perno moncone diretto per il recupero di un dente fratturato

Nell’articolo vedremo come sia possibile recuperare un moncone fratturato con la costruzione di un perno metallico su misura
Una delle situazioni in cui il dentista si puo’ venire a trovare e’ la richiesta da parte del paziente di recuperare un dente gia’ ricoperto da una corona e soggetto a frattura.
Nel caso in questione il paziente aveva fratturato un canino inferiore, coperto da una corona , che fungeva da appoggio ad una protesi mobile scheletrita.
Recuperare l’elemento avrebbe comportato il vantaggio di mantenere inalterata la situazione presente, non costringendo il paziente ad un rifacimento totale della soluzione protesica nell’arcata inferiore.

Figura 1 :Vediamo il dente spezzato ed a fianco la relativa corona staccata

Dopo avere preparato la radice del dente per alloggiare il perno moncone viene colata all’interno della corona una resina calcinabile ( cioe’ che puo’ essere fusa e trasformata in metallo) che prende lo stampo della parte interna della corona e del canale precedentemente preparato.

Figura 2 : notiamo il particolare della corona che funge da stampo per la resina

Figura 3 : vediamo la resina che ha colmato la corona ed ha preso la forma del canale

Figura 4 :.vediamo il perno in resina calcinabile che e’ stato riposizionato nel canale ed ha preso la forma dell’interno della corona

Figura 6: vediamo il risultato della fusione- Il tecnico ha trasformato la resina in un perno metallico ( perno moncone) che ne riproduce esattamente la forma

Nella figura 7 vediamo il perno moncone fuso che viene provato dentro la radice


Figura 7 : la radiografia che documenta l’inserimento del perno entro la radice

Figura 8 Il perno e’ stato cementato dentro la radice e si prova la corona che abbraccia perno e quello che resta della radice

Figura 9 La corona e’ stata cementata

Figura 10 La protesi mobile scheletrita e’ stata alloggiata

Figura 11 – Situazione che documente la esatta corrispondenza tra il perno calcinabile ed il perno fuso

Maryland Bridge (ponte incollato)

In talune circostanze, quando ad esempio non si vuole “toccare” i denti adiacenti ad un dente mancante per sostenere una protesi fissa, oppure quando questo non e’ opportuno per problemi ai denti di sostegno si puo’ ricorrere ad un ponte “incollato” o Maryland Bridge.

In pratica si tratta di fare costruire dall’odontotecnico, su indicazione del dentista, un dente che si prolunga lateralmente con delle “alette” che vengono incollate alla faccia interna dei denti adiacenti, senza doverli in alcun modo modificare.

Ecco un esempio:
Incisivo inferiore mancante

Dente finto(corona) con le “alette”

Prova del Maryland.:

Isolamento del campo e applicazione di un gel acido per la “mordenzatura” cioe’ per cheare una rugosita’ di superfice che accogliera’ poi il composito legante .Applicazione della “colla” (adesivo)

Visione finale :

Prima e dopo :

Come si mette un dente su un impianto?

Chi ha sentito parlare di impianti osteointegrati e sa cosa siano ( Vedi articolo Impianti dentari )
spesso si chiede come fa’ il dentista a mettere il dente finto , cioe’ la Corona o Capsula ( vedi articolo Cosa e’ una corona o capsula?).
Ecco allora illustrata passo per passo la procedura usata dal dentista per rimettere un dente mancante dopo avere inserito un impianto osteointegrato .

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Ecco un caso di molare superiore estratto e la relativa radiografia a completa guarigione.

E’ da notare che in questa zona e’ presente il seno mascellare che limita la possibilita’ di mettere impianti lunghi, a cui si sopperisce, come in questo caso inserendo impianti di largo diametro e piu’ corti.

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Nelle due foto sopra vedere il la situazione dopo l’inserimento dell’impianto , su cui e’ stata avvitata una vitina di guarigione che sporge dalla gengiva , e la relativa radiografia.

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Trascorso il periodo necessario perche’ avvenga l’osteointegrazione dell’impianto, cioe’ perche’ l’osso si “attacchi” all’impianto bloccandolo , si provvedere a svitare la vite di guarigione ed a prendere lo stampo dei denti, che viene consegnato al tecnico.

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Il tecnico sviluppera’ l’impronta che gli avra’ fornito il dentista e provvedera’ a costruire ed a fondere un perno individuale che poi dal dentista verra’ avvitato dentro l’impianto sporgendo cosi’ dalla gengiva ( vedi articolo sulla differenza tra un perno su impianto ed un perno su dente naturale).

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Sopra questo perno verra’applicata la corona , sempre preparata dal tecnico ma provata ed adattata dal dentista che verra’ quindi bloccata con una piccola quantita’ di cemento.

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Ecco infine la situazione prima e dopo in bocca.

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Ed ecco la situazione prima e dopo in radiografia .